martedì 1 aprile 2014

Compagni di viaggio

Eccoli lì, di nuovo. Prendiamo il treno alla stessa ora, tutti i martedì alle 17.19, con cambio a Saint Maurice, direzione Sion.
Il loro aspetto sembra dirmi proprio che appartengono alla razza dei professori.
Lei ha una faccia afflitta, sguardo piuttosto basso; lui sembra più amichevole, ma ha una vena malinconica, di chi non ha vinto nella vita.
Vestono casual, entrambi in jeans, ma hanno dei visi troppo colti per un lavoro umile; non hanno una tenuta più classica ad indicare altri tipi di impiego. Non lavorano in ufficio. Sono proprio insegnanti.
Insegneranno alle superiori, come me, oppure alle medie. Forse quel forte contegno indica lo sforzo che fanno per mantenere la disciplina dei ragazzi.
Lei porta una borsa di cuoio, sembra pesante: chissà che libri contiene! Lui uno zainetto blu, sportivo: insegnerà educazione fisica.
Cambio a Saint Maurice. Fortunatamente si sono alzati, altrimenti mi sarei pure scordata di scendere...
Non ho mai visto una risata così composta. Nell'attesa del secondo treno, sono davanti a me, un po' spostati a destra; parlano, lenti, una parola e diecimila pensieri (forse). Sembrano usciti da un film francese.
Poi quella risata, insomma, quel sorriso prolungato sulla bocca di lei, accompagnato anche da un movimento del capo, ma senza suono e senza entusiasmo. Lui non ha nemmeno partecipato: ha guardato il pezzo di montagna davanti a sé. E' triste Saint Maurice, in questa spaccatura di monte che impedisce al sole di penetrare, ma questi due individui sono ancora più spenti.
Non sono sicuramente una coppia: sono solo colleghi che si trovano a fare lo stesso tragitto e parlano giusto per non stare in silenzio.

Chissà se anch'io do quest'immagine! Pesante lo sono, so di esserlo, ma una fiammella vitale lampeggia ancora in me. E so pure ridere, ancora.

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