martedì 22 marzo 2011

Napoli, Napoli mia!

Ho vissuto ventotto anni nella città più bella del mondo senza rendermene conto.
Passeggiavo quotidianamente per vie piene di storia, circondata da opere d’arte, camminavo per strade che ancora nascondono segni di un passato ultramillenario, di civiltà di cui noi eredi portiamo ancora segni latenti.
Avevo musei a disposizione, quello archeologico tra i principali, al crocevia di un traffico perenne. Nel silenzio di quel tempio collegavo statue e scritte ai miei studi, ponendomi le mie domande sul passato, per poi  uscire e immergermi in vie trafficate di shopping e passeggio.
E studiavo lì, in quella biblioteca grandiosa, nella reggia in cui aleggia ancora lo spirito dei Borbone mandati via dall’ineffabilità storica. Studiavo di fronte al mare, quel mare che non smette d’inebriarmi quando passo per la mia città e i dintorni.
Davanti al golfo e a Sorrento il sublime ti pervade, e ti rendi conto che mano umana non può superare quella di un Creatore che ha voluto farci dono di capolavori da contemplare. L’uomo può aggiungere solo qualche spennellata.
Ho vissuto così, dando tutto per scontato, assuefatta a tanta generosità di bellezza.

Altrove ho cercato tratti di quel bello. Ho girato, sperimentato, provato sensazioni. Mi sono accorta che le sensazioni più belle si esprimevano, non come fuoco ma come ricordo di tepore, quando mi si offriva un segno di similitudine con la mia amata Napoli.
Altrove ho amato il movimento cittadino, nel ricordo del suo perpetuo affaccendarsi. Ho amato il far niente domenicale in strada, perché vi ho rivisto il piacere del tempo che passa presso la mia gente. Ho sospirato davanti al lago… perché m’illudevo che fosse il mio mare.

Non ho più bisogno di cercare. So che non potrei desiderare più di ciò che ho avuto davanti per tanti anni: il bello ora non può essere che reminescenza.

Napoli mia, c’è chi ti ama e chi ti critica, ma niente, niente potrà superare, niente può vincere il legame, l’amore, la passione che porta con sé il napoletano nel mondo.

E non cercate di spiegarlo a chi non conosce: non capirebbe…

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