martedì 10 novembre 2009

Il rientro

Eh no, non posso farci niente... Questo freddo mi fa sentire ancora di più la distanza, la mancanza di casa e della mia vecchia vita napoletana.... 

Il rientro

Si avvicina sera
Al Corso Umberto
Al ritorno
Dagli impegni
Stanca e soddisfatta
Nella folla
Formicolante
Tra il caos della città
E fumi di smog


Ahi
Quanto rimpiango
Quel movimento
Familiare
Sono lontana
E mi mancano
Gli incontri quotidiani
L'imprevisto
Quel libro sotto al braccio
La via del ritorno
Dagli impegni
Alla famiglia
E un piatto caldo
Ad attendermi.


Immacolata Sarnataro


La prossima volta scriverò qualcosa di più allegro...

venerdì 30 ottobre 2009

Tre anni fa...

... presi alle 8.30 quel treno da Napoli e alle 19.15 vidi Sion per la prima volta.  


Un pensiero
alla mia famiglia
e alle amicizie più care
che aspettano ancora
il mio ritorno a Napoli.

sabato 10 ottobre 2009

Autointervista 2 - Un anno dopo

Esattamente dopo un anno, rieccoci per gli aggiornamenti sulla mia vita svizzera… (per la prima parte, vedi post di venerdì, 10 ottobre 2008)

Vivi ancora a Sion?
Sì, ancora nel monolocale-salottino al settimo piano dell'edificio al centro.

Hai imparato il francese?
Sicuramente ora va meglio. Comunico con tranquillità, ma non posso ancora dire di parlarlo correttamente.

Hai cambiato lavoro?
Sì! Questo è il cambiamento più radicale rispetto allo scorso anno...

Di cosa ti occupi?
Insegno italiano al liceo.

A Sion?
No, a Losanna.

E' lontano?
Non moltissimo: poco più di un'ora di treno.

Ti piace questo lavoro?
Sì. Nessun paragone non quello precedente…

Ma quando fai lezione parli francese?
No, raramente.

E Losanna ti piace?
Sì. E' una città più grande, sul lago Lemano (sui nostri libri detto "lago di Ginevra"): il maggior movimento e la vasta distesa d'acqua mi fanno sentire più vicina a casa…

Svolgi anche altre attività?
Sì: sono impegnata in uno stage al Cantone Vallese (servizio della Sanità) e, per il secondo anno, studio musica e canto al Conservatorio di Sion.

Altri cambiamenti rispetto allo scorso anno?
Beh, sì. Parlavo di una nevicata all'anno: dopo le mie parole, Sion ha passato un inverno rigido pieno di neve.

Sai sciare?
No, non ho mai provato.

Scoperte rispetto allo scorso anno?
Sì, si conoscono sempre cose nuove. Sono stata alle terme e, soprattutto, ho scoperto la Crunchy Cream Ovomaltine, che addolcisce le mie giornate.

Di cosa si tratta?

E' una crema spalmabile (tipo Nutella), granulosa, con malto. Non so se la vendono in Italia: a volte penso che sarà una delle cose di cui sentirò la mancanza.


Quindi stai pensando di ritornare in patria?
Il pensiero c'è, ma è ancora troppo presto…
...

Autointervista 2 - Un anno dopo

mercoledì 9 settembre 2009

09/09/2006 - Il matrimonio di mia sorella


E tu quando ti sposi?
Una sola domanda
Sulla bocca di ognuno
Quel giorno di fine estate
Tra volti abbronzati
Famiglie grassocce
E zie curiose
Io
Pallida inquieta
Meditavo la fuga
In terra straniera
Non fate finta di niente
Ipocriti
Sapete
Che non sono come voi
Non sono
Sposina devota
O mamma saggia
Un'altra strada
Mi ha presa
Eppure a volte
Anch'io
Sento il bisogno
Di un po' di banale
Normalità


Immacolata Sarnataro

mercoledì 13 maggio 2009

'O mercato


‘O martedì ‘e mmatine ‘int’’o rione
Ce sta n’appuntamento ‘a nun mancà
Si vuo’ n’affare o sul’ pe’ guardà
Nu giro int’’o mercato è tradizione.

‘E ‘llucche ‘e ssiente d’’a matina ambressa
Robba bella, robba bbona, pigliate!
N’ata offerta accussì nunn ‘a truvate!
Si nunn’approfittate site fesse!

Sotto ’o sole, cu’a folla e c’’o burdello
E sempe annanz’’e piede ‘e ccarruzzine
Ognuno s’allamenta p’’a ammuina
Però se guarda tutte ‘e bancarelle.

Nun sulamente da Secondigliano
‘Nce truove a spasso ‘e mmamme cu’e figliole
Aropp’ lasciate ‘e creature a scola
Pure ‘a Casoria, Cas’vatore, Arzano.

E pure mo’ ca sto in terra straniera
‘A pecundria me vene d’’a matina
Pensanno a mmamma, a sorema e ‘a ammuina
‘E chist’evento ‘o Rione Berlingieri.

Poste, gente e abitudini song’ate
E ccà pure ‘sta cosa mo' me manca
Ma ancora ‘o martedì addo’ vaco vaco
Sempe rimmane ‘o juorno d’’o mercato.

Immacolata Sarnataro
Chiesa Cristo Re Rione Berlingieri




Il mercato

Traduzione pseudo-artistica

(Aggiunta del 14/07/2010)

Di martedì mattina nel rione
C’è un appuntamento da non mancare
Per un affare o solo per guardare
Un giro nel mercato è tradizione.

Già da buon’ora si sente gridare
“Cose belle, cose buone, acquistate!
Un’occasione così non la trovate!
È un peccato non approfittare!”

Sotto il sole, tra folla e confusione
E ovunque i passeggini ad intralciare
Si sente un continuo lamentare
Di chi continua a cercare l’occasione.

Non soltanto da Secondigliano
Ci trovi a spasso madri con figliole
Lasciati i bambini nelle scuole
Pur da Casoria, Casavatore, Arzano.

E anche ora qui in terra straniera
Penso già dalla mattina, col magone,
A mamma e mia sorella nella confusione
Di quest’evento al Rione Berlingieri.

Gente, abitudini… per me tutt’è cambiato
E ora anche questo qui mi manca
Ma il martedì comunque, ovunque io vada,
Sempre rimane “il giorno del mercato”.

giovedì 2 aprile 2009

Il mio vivere straniero

Scrivo questo post da Napoli.

Chi si allontana sa che ogni ritorno a casa rappresenta una riscoperta di sé: ogni volta si recupera un pezzetto obliato di vita passata, ogni volta c'è la possibilità di trovare un nuovo nesso tra quel passato scordato e il futuro ancora da costruire.

La traversata va oltre le nove ore di treno che separano Napoli da Sion.
Attendo con piacere la scoperta che mi donerà questa nuova "discesa".

Mi ero fermata alle dimissioni: cosa è successo dopo?
Tutto e niente: niente perché sono ancora disoccupata, tutto perché ho riacquistato la speranza di una vita più adatta a me.

Come buona parte della mia generazione, non ho idee chiare sul futuro.

Desideravo questo "vivere straniero", sapevo che prima o poi sarei partita. L'essere straniero è forse uno stato innato. Viaggiavo senza mezzi, con la mente, con le persone, fuggivo la vita stabile. Ammiravo le persone senza sede fissa, anche con un certo spavento (non volendo escludere l'idea di una "normale" vita familiare).

Ricordo Junko, "ragazzina" giapponese vicino ai cinquanta, all'epoca abitante a Parigi, che nascondeva dietro un corpo di ragazzina uno spirito ancora più giovane: pur con tre figli sembrava sempre capace di mettersi in discussione... e di cambiare Paese (non ho idea di dove sia ora). Mi diceva con occhi estasiati che il faut vivre à l'étranger. Senza una spiegazione razionale, io la capivo.

Non avevo un'idea chiara del mio vivere straniero. Pensavo ad un'iniziale vita di stenti, avrei toccato con mano un'altra umanità, avrei sentito gli odori di un'altra città, conosciuto una nuova cultura, imparato una nuova lingua.

Ringrazio il lavoro svolto fino a poco fa perché mi ha risparmiato gli stenti e mi ha dato un permesso di soggiorno che mi permette ora di vivere una disoccupazione relativamente tranquilla. Ma il lavoro opprimeva tutto il mio modo d'essere. Ho conosciuto sì un'altra umanità, ma italiana, quasi interamente del Sud, allontanatasi spesso in modo doloroso dai luoghi d'origine. Avvertivo un oscillare nei rapporti tra partecipazione emotiva e chiuso egoismo, troppo spesso rivalità e tentativi di prevaricazione in azienda, per delle posizioni in un ambiente che probabilmente disprezzavamo un po' tutti. Un call center che cercava di appiattire tutti, e tutti che avevano una necessità di affermazione di sé accentuata dal vivere straniero.

"Secondo me, andare fuori è stato, per te, andare alla ricerca della tua identità. Il problema è che hai deviato dal tuo percorso, perché io credo che quello che ci piace ci rispecchia, e il lavoro che stai facendo lì non credo affatto che ti rispecchi…". Questo mi scrisse la mia amica Cristina per sms: a volte gli amici ci conoscono molto bene.

Ho lasciato quel lavoro. Dopo tre giorni ho iniziato delle supplenze in un liceo cantonale (ammetto di aver avuto una discreta fortuna…). Tramite i ragazzi, ho avuto modo di iniziare ad osservare la Svizzera da altri punti di vista, ho "indagato" sulle loro conoscenze dell'Italia e di Napoli (considero una mia missione la rivalutazione dell'immagine della mia città...) e, soprattutto, ho avuto conferma della mia passione per l'insegnamento.

Le supplenze per ora sono finite da tempo. Intanto mi sono dedicata ad un corso intensivo di francese ed ho iniziato a frequentare ambienti culturali della regione. Ora è tutto aperto davanti a me ed io... continuo ad essere la protagonista di questo romanzo di formazione non scritto...
arcobaleno dalla mia finestra